Spazi Espositivi - Punti Ristoro

Grizzly 2.0 Pub - Francesca Brevini

Piazza Alberica, 10, 54033 Carrara MS
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Grizzly 2.0 Pub Caffè

Località CENTRO


Ospiti:

Francesca Brevini

Francesca Brevini è un’artista visiva multidisciplinare, classe 1998. Cresciuta nella provincia di Reggio Emilia, si è laureata in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha poi proseguito gli studi magistrali in Arti Visive. La sua ricerca si concentra sul potenziale fantastico dell’arte, esplorando spazi immaginari, dimensioni oniriche e favolistiche come forme di resistenza al reale. La sua pratica si muove tra pittura, illustrazione, animazione e teatro, lasciandosi ispirare dalle specificità di ogni linguaggio. Attraverso il segno visivo e pittorico, costruisce uno spazio rituale, un territorio liminale in cui convivono memoria e invenzione, spirito e materia. I suoi lavori evocano atmosfere sospese, abitate da creature ibride, simboli arcaici e presenze ignote.

"La mia pratica pittorica nasce da un’urgenza: quella di esplorare il linguaggio là dove si rompe, si contamina, si apre a forme non codificate. Dipingo come scrivessi in una lingua dimenticata, tracciando segni che sono territori di attraversamento, in cui soggettività, gesto e corpo si dissolvono in un paesaggio instabile, poroso, che rifiuta il confine tra soggetto e sfondo, tra identità e alterità. Il corpo — quando compare — non è mai un centro, ma un campo. Subisce interferenze, è attraversato da linee, da forze. È un luogo vulnerabile, aperto, che non rappresenta ma si lascia trasformare. Così come il segno: che non è ornamento né calligrafia, ma tentativo "archeologico" di riemergere da un linguaggio perduto. In questo senso, ogni quadro è un frammento, una mappa incompleta, una traccia di qualcosa che forse non si potrà mai dire. La pittura, per me, non è rappresentazione ma esperienza. Un luogo dove l’instabilità diventa metodo, e l’ambiguità non è un limite ma un respiro. Abito questo spazio come si abita un sogno: in ascolto."

"Nella mia pratica, il linguaggio pittorico è uno strumento per esplorare la stratificazione del segno, la sua moltiplicazione e suddivisione. La pittura diventa un laboratorio del possibile, uno spazio aperto, dove gesto, materia e concetto si intrecciano. Utilizzo il segno in modo libero, evocando forme di scrittura proto-arcaiche, ideogrammatiche. La pittura si ibrida con il linguaggio, generando un codice visivo non lineare, che si muove tra evocazione e costruzione simbolica.

Le mie composizioni sono dense e stratificate, guidate da un principio di instabilità controllata. La tensione tra gesto istintivo e costruzione razionale genera un equilibrio precario ma vitale. Non si tratta solo di un’estetica, ma di un’etica del processo: abitare la pittura senza fissarla, mantenere aperta la possibilità del mutamento. I temi ricorrenti del mio lavoro — soggettività, linguaggio, attraversamento — emergono come frammenti di un discorso mai del tutto compiuto. I segni sembrano tentativi di nominare ciò che sfugge, come tracce di un linguaggio dimenticato o mai nato. La pittura diventa così il luogo di un’emersione parziale, fragile, in cui il senso si genera nel movimento e nella trasformazione."

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